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Labbraccio della notte

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Confuso. Felice. Oltre la divina e umana considerazione del proprio e dell’altrui essere.

Schiacciato da una moltitudine di stravaganti e colorate meraviglie, da arcobaleni neri e traslucidi, da verdi e vellutate proiezioni di vite sempre nuove e differenti, da girandole di emozioni cercate per caso e trovate per scelta.

Improbabile la vita, oltre la considerazione spietata ed apparentemente sobria di una percezione voluta, di una emozione indicibile e bruta, violenta e pacifica, inarrestabile e terminale.

Mai, come oggi, il tempo, orologio della mia vita terrena, aveva osato scavalcare paletti così saldi da risultare addirittura instabili, quasi a dimostrarsi porte su orizzonti possibili ed impensabili.

Io ero lì, determinato come un bambino di fronte a giochi nuovi, invitanti, curiosi, coloratamente gommosi, teneri.

Stavo tra il paradiso e il pavimento, tra la possibilità di fare e quella di non scrivere il futuro più prossimo, che avrebbe potuto condizionare il futuro più lontano.Calore, vita, emozione vera, urlo viola ruvido ma dolce, come uno zuccherino donato a qualcuno che non lo può mangiare, non lo può vivere, non lo può gustare.

La vita. Tristemente felice, sconvolgentemente lineare nelle sue forme poliedriche.

Ho amato, per davvero, se così si può dire.

Se il davvero significa per sempre e mai più; se vuole dire prendere senza condizioni, se significa dare senza richieste.

Finisce qui, e ricomincia esattamente dallo stesso punto ogni sacrosanta volta.

 

Infatti da quel momento in poi la passione non ha mai più atteso, sfidando qualunque cosa accadesse o potesse accadere. Ed abbiamo iniziato a lasciare le nostre tracce nel buio, nei luoghi che ho definito come i luoghi dei vampiri mortali, come ci fosse, per noi, una luminosa, rossa, eterna eclissi di sole.

Esistono luoghi così profondi che paiono quadri persi nella memoria.

Ci sono posti in cui puoi andare solo con il ricordo o la fantasia, ed ogni volta è un terremoto che ti solleva la pelle in miliardi di curvature rosa.

Sono posti caldi, come una chiesetta di campagna mentre fuori viene giù così tanta acqua che pare di stare in mezzo al mare. Delle emozioni però.

Ancora, ci sono tane seminascoste dagli alberi in cui puoi sentirti come in una grotta del paleolitico e protetto, mentre la luna normalmente ti accende i sensi e fa luce. Sono quei posti che non vedrai mai di giorno perché l’ombra ne cambierebbe la prospettiva mentre la notte culla i colori tenui ma che a te paiono rossi come un incendio.

Luoghi dove i sensi funzionano tutti insieme e i sospiri si mescolano alla musica.

Sei diventato un vampiro, assetato di Amore e baci che ti trapassano come una pallottola d’argento ogni volta. E ogni volta muori, e risorgi, e rimuori. Ti fa un male animale, come se fossi ogni volta morso da un lupo mannaro.

Ma non puoi farne più a meno. Sei diventato un notturno.

Esistono specchi d’acqua, laghetti, anche loro notturni, dove la superficie riflette la luce delle stelle e pare un pavimento di marmo nero, un’autostrada nel cuore che ti inquieta.

I pesci dormono e su quella panchina, trafitto dalla luce lattiginosa del lampione piantato proprio lì a fianco, c’è ancora il tuo fantasma sdraiato, vestito con un giubbottino leggero, che osserva la luna ed attende un bacio. Milioni di baci.

La notte è un’altra dimensione, l’estate è infinita e senza vento, il caldo è perfetto.

Ti muovi come un gatto nero mescolandoti alla notte, un cercatore di carezze, un maledetto autolesionista perdutamente illuso di essere immortale.

Conosci tutti i posti, ne senti il profumo, mescoli emozioni vissute con nuove bombe alla vaniglia che lasceranno ancora sete, e ancora, e ancora.

Ci sono luoghi speciali, rovine piene di edera in mezzo alle campagne che sembrano alcove verdi che hanno una vita propria.

La notte ti protegge e ti ruba l’Anima e tu continui a bruciare dentro come un fienile in fiamme, come un bacio rubato sotto un acquedotto.

E ancora, nelle notti nebbiose sei nascosto due volte e se c’è la luna piena ti pare di nuotare nel latte.

Pari un fantasma di passaggio, una fiammella di palude, ti pare di stare a San Pietroburgo lungo i canali scuri. Ma ci stai bene perché tu non sei come gli altri e ti ritrovi a confondere il viso che hai vicino con le sagome scure degli alberi lontani.

Ci sono luoghi e momenti eterni che solo i vampiri possono condividere, trasformando le lacrime che colano, perché anche loro piangono, in perle piene di quella tristezza lieve che possono far risorgere le persone. Di certo uccidono e fanno risorgere, ogni volta, la potenza delle emozioni.

Posti feroci, ai bordi di un canale nero e lento che vedi scorrere come il sangue nelle tue vene e in silenzio mentre sfiori e accarezzi e senti cose che non puoi sentire né toccare con il sole.

Boschetti senza lupi, perché al vederti scappano via e tu giochi ad abbracciare una farfalla che non potrai mai avere. Attraversi il corpo con gli abbracci, come se potessi entrarci direttamente per accarezzare il respiro del cuore.

È una dannazione senza ritorno, un gioco al massacro dei sensi che vorresti bloccare ma non lo puoi fare.  La notte la annusi come un orso, senti il profumo dello scorrere del tempo e i respiri indimenticabili del cielo, sospiri rosa e di velluto.

La notte la senti da lontano come un cerbiatto, potresti vedere ogni forma di vita in un battere di ciglia mentre ti manca il pavimento dal cuore solo osservando il cielo da sdraiato per terra tenendo per mano un diamante.

Sei un dannato che torna sui suoi passi felini per ritornare al punto di partenza, quando volendo sfidare i poteri ed i richiami della Notte, come fosse una scommessa, sei stato investito da una luce caldissima che ti ha perforato di traverso, ti ha bendato gli occhi e ti sei ritrovato per terra.

E lì hai perso l’Anima. Per sempre.

Era il 14 Luglio di un anno ormai passato.

 

Ma tu sei ancora lì.

 

©Martin Palmadessa 

 

* 1° Classificato Assoluto

II Premio Nazionale di narrativa inedita

"NOTTE NOIR II"

(Catania, 03 Giugno 2023)

 

** Menzione di Merito, testo in Antologia

IV Premio Internazionale

“FEDOR DOSTOEVSKIJ”

Sezione Narraiva Inedita a

“L’ABBRACCIO DELLA NOTTE”

(Roma, 20 Ottobre 2023).

 

 

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